Con sentenza del 3 dicembre 2015 n. 24629 la Corte di Cassazione, gravando sull’opponente l’onere di attivare il procedimento di mediazione sembrava aver risolto, nel caso di opposisione a decreto ingiuntivo, il conflitto giurisprudenziale insorto tra giudici che ha visto (e continua a vedere) contrapposte due correnti di pensiero: l’una ( maggioritaria ) sull’opponente e l’altra (minoritaria ) sull’opposto. Continua a leggere
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Paga il quadruplo delle spese legali la Compagnia Assicuratrice che invece di pagare resiste in giudizio allo scopo di stancare la parte avversaria.
Con sentenza n.2428 del 7 depositata il 10 dicembre 2015 il Giudice Dott. Alessio Liberati del Tribunale di Tivoli condanna le compagnie assicuratrici al quadruplo delle spese legali per aver temerariamente resistito in giudizio.
Il caso tratta di risarcimento danni da sinistro stradale ai danni di un pedone investito da un’auto che procedeva ad alta velocità mentre attraversava la strada in un tratto privo di strisce.
A seguito della brusca frenata un’auto che sopraggiungeva tampona l’auto già incidentata spingendola a salire con la scocca sulla vittima. Continua a leggere
La mancata ingiustificata partecipazione alla mediazione costituisce responsabilità aggravata e sanzionata ex art. 96 co.III° c.p.c. (Tribunale di Roma, sentenza 17.12.2015)
Addurre la pretesa ragione contro l’altrui torto non costituisce giustificato motivo per non aderire alla mediazione ma, una vera e propria miopia che ha comportato per Roma Capitale una pesante sanzione per responsabilità aggravata sanzionata ex art. 96 co III ° cui può seguire , trattandosi di Ente Pubblico, anche un danno erariale.
Con sentenza del 17 dicembre 2015 il Tribunale di Roma– Giudice dott..Massimo Moriconi condanna Roma Capitale in persona del Sindaco pro tempore: Continua a leggere
Uno schiaffo dato alla moglie non comporta per il marito alcun addebito alla separazione (Cassazione sez. VI, ordinanza n. 24473/2015.)
Per i Giudici della Suprema Corte di Cassazione uno schiaffo dato alla moglie, benché riprovevole, non prova che abbia determinato il fallimento del matrimonio.
E’ quanto dichiarato dalla sesta sezione civile della Suprema Corte di Cassazione con ordinanza n.24473/2015 depositata il 02 /12/2015 che rigetta i ricorsi di entrambi i coniugi, avverso la sentenza della Corte d’Appello di Venezia che , a parziale riforma della pronuncia di primo grado, revoca la dichiarazione di addebito ad entrambi i coniugi. Continua a leggere