«La Commissione Europea ci ha comunicato di ritenere “ricevibili”, a norma del Parlamento Europeo, le questioni sollevate con la nostra petizione dello scorso anno»: così Giovanni Pecoraro, giurista d’impresa e Presidente di ANPAR – Associazione Nazionale per l’Arbitrato & la Conciliazione. «Avevamo chiesto di verificare se con la legge (98/2013), in materia di mediazione, erano state introdotte norme che oltre a essere anticostituzionali, ledevano i diritti dei cittadini poiché non esiste volontaria giurisdizione da parte di questi, nel senso che è proibito al cittadino e al consumatore di gestire esse stesse il procedimento di mediazione, ma è stata imposta l’assistenza obbligatoria da parte di avvocati in detti procedimenti; ma ha anche affidato agli ordini professionali dell’avvocatura canali privilegiati quali essere mediatori di diritto e di provvedere ad aggiornamenti professionali diversi da quelli stabiliti dal D.M. 180/2010. Non è possibile che questi ordini possono dettare regole e/o avere controllo su altre Associazioni e/o ordini regolamentati. La materia extragiudiziale come giustamente stabilito dalle Direttive europee è di esclusiva competenza di organismi di mediazioni sorvegliati dal Ministero di Giustizia», prosegue Pecoraro.
«ANPAR ritiene assurdo che il mediatore e l’organismo debbano gratuitamente svolgere il primo incontro di mediazione, mentre obbligatoriamente i cittadini debbano farsi assistere da un avvocato, che è mediatore senza formazione e senza adeguata preparazione in materia di risoluzione di controversie extragiudiziali. La materia, secondo la Commissione rientra, infatti, nell’ambito delle attività dell’Unione Europea. La Commissione ha altresì comunicato di aver avviato l’esame della petizione e di aver deciso di chiedere alla Commissione Europea di svolgere un’indagine preliminare sui vari aspetti del problema», aggiunge il Presidente di ANPAR.
«Siamo soddisfatti per l’attenzione che la Commissione Europea sta ponendo su temi tanto delicati quali la risoluzione di controversie extragiudiziali e la qualità della vita dei cittadini, indipendentemente dall’esito che le verifiche avviate avranno», conclude Pecoraro.