La mediazione si fa sempre più strada come strumento per sfoltire il contenzioso.
E il neoministro della giustizia Andrea Orlando, al termine dell’incontro con il mondo dell’avvocatura, ha fatto capire di voler proseguire sulla strada avviata della mediazione obbligatoria, avvalendosi dei legali e degli organismi di mediazione esistenti, sui quali peraltro il ministero sta esercitando una decisa attività ispettiva.
«A fine 2013, 28 organismi sono stati cancellati dall’elenco, e delle 30 ispezioni avviate 15 sono risultate positive», ha detto Adele Verde, magistrato addetto del ministero della giustizia, intervenendo alla Maratona della mediazione civile e commerciale, organizzata da AR Net Mediation e da Adc Associazione dottori commercialisti, che si è svolta presso la Luiss di Roma.
L’attenzione di viale Arenula è alta perchè l’esecutivo punta sempre più a una mediazione di qualità. Anzi, come ha spiegato la Verde, il ministero auspicherebbe la «nascita» della figura dell’avvocato specializzato in mediazione, e non di semplice «mediatore di diritto», come previsto oggi dal decreto 69/2013.
Alla Maratona si è discusso anche del tema dell’obbligatorietà della mediazione. «L’art. 24 della Costituzione non esclude che possano esistere forme pre-processuali, anche di carattere obbligatorio, intese a favorire un uso ragionevole del diritto di accesso alle corti di giustizia», ha detto Roberto Nania, ordinario di diritto pubblico alla Sapienza.
D’altra parte, ha aggiunto Eugenio Picozza, ordinario di diritto amministrativo all’università Tor Vergata di Roma, «le scoperte delle neuroscienze non possono che avere un forte impatto anche sul diritto e ci spingono verso una cultura dell’inclusione e della gestione preventiva del conflitto, propria della mediazione».
«La mediazione rappresenta», per Vilma Iaria, presidente dell’Adc, «uno strumento tanto più importante in un momento di crisi, proprio perché permette di salvaguardare i rapporti con clienti e fornitori e di ridurre i costi necessari ad affrontare le controversie».
A proposito delle difficoltà vissute dagli organismi di mediazione in seguito alla sentenza della Corte costituzionale che ha fatto decadere l’obbligatorietà della mediazione, Francesco Scandale, presidente di AR Net, si chiede se, prima di iniziare un’attività imprenditoriale, si debba essere costretti «a sentire il parere di qualche illustre costituzionalista per poter capire se la legge sulla base della quale si vorrebbe operare sia o meno costituzionale».
Un paradosso che non può essere accettato, dice Scandale, tanto che alcuni organismi hanno avviato un’azione giudiziaria per accertare quali debbano essere le responsabilità di uno Stato che sbaglia a legiferare.